
10 Ott Aprire gli occhi per aprirsi all’altro
Qui ad Ayacucho si respira l’odore della terra, di una terra battuta da mille piedi pesanti che combattono costantemente. Qui ad Ayacucho si seguono le stagioni del giorno, si cambiano ritmi ed abitudini, ci si affida al sole e a quel cielo che mai avevo visto così vicino, immenso e meraviglioso. Qui ad Ayacucho si dimentica di essere ciò che si è stato fino ad ora e ci si scopre qualcuno di nuovo…e quella ricerca del sé che tanto ci affanna durante tutta la vita si avvicina un po’.
Qui ad Ayacucho, qui nel puericultorio, si riscopre la meravigliosa arte dell’attesa…saper aspettare, smettere di rincorrere.
Qui ad Ayacucho, qui con i bimbi, ho scoperto che bisogna svuotarsi di tutte le costruzioni che negli anni hanno corazzato il nostro cuore. Bisogna imparare a lasciarsi andare, saper cogliere qualsiasi piccolo granello di bellezza che sempre possiamo incontrare. Questo anno ad Ayacucho, questo anno condiviso con tanta sofferenza che, in principio, mi struggeva e mi abbatteva mi hanno reso consapevole che è oggi, è ora che possiamo operare, è oggi ed ora che in mano teniamo le chiavi del riscatto. È decidere di investire la tua mente e il tuo cuore solo qui, trovare una forza che pensavi non ti appartenesse, aprire una porta e iniziare a vivere con loro, con tutti questi bimbi che non aspettano altro che un riscatto. Dedicarsi a loro è semplicemente dedicarsi a se stessi, è scoprire che farli star bene è la chiave per star bene. È vedere che nel prenderti cura di loro, prendi cura di te stessa come mai prima avevi fatto.
Qui, tra queste mura azzurre, sono tornata ad essere presente a me stessa. Qui, in questo posto così pieno di contraddizioni, finalmente si è placato quel vortice di turbamento che mi portavo dietro da tempo. Qui, seduta su questa terrazza nel posto che ormai chiamo casa, mi sento di dire di stare bene, sinceramente bene.
Giovanna Sercecchi, volontaria IBO in Servizio Civile ad Ayacucho (Perù)
Concorso Letterario 2018 “Racconti di una esperienza”