
30 Apr Da tutto il mondo a Ferrara per il volontariato internazionale
Il volontariato internazionale è (sempre) positivo e necessario per una comunità locale? Come far sì che lo sia davvero? Come realizzare valide esperienze di incontro fra volontari stranieri e la comunità locale che li accoglie? Come capire il vero impatto di questo incontro oltre alla singola opportunità per volontari?
Sono queste le domande alla base del corso di formazione per operatori giovanili del volontariato internazionale che si è tenuto dal 16 al 21 Aprile 2018 presso la sede nazionale Ibo di via Montebello. I partecipanti, che fanno parte di realtà ed associazioni con cui Ibo Italia collabora da anni attraverso l’invio di volontari italiani per periodi che vanno da alcuni mesi fino ad un anno, sono arrivati da Romania, Madagascar, India e Perù.
Durante la settimana, insieme agli operatori della ONG ferrarese, si sono confrontati sulle diverse visioni del volontariato nei vari paesi e culture, sul rapporto fra volontari stranieri e comunità locali, sulla formazione di chi parte, sulla valutazione delle esperienze e di quello che queste lasciano ai volontari stessi e a chi li accoglie. Perché partire per aiutare, conoscere e rendersi utile anche fuori dal proprio paese è sicuramente un gesto importante da parte dei giovani di oggi, ma a volte la sola buona volontà non basta se non accompagnata da responsabilità, consapevolezza e presenza di punti di riferimento certi nelle varie organizzazioni coinvolte. Organizzazioni che, nei loro territori, portano avanti un grande impegno a livello sociale ed educativo.
Eddy ed Alan sono arrivati dal Barrio Santa Rosa di Puente Piedra, una delle tante periferie di Lima fatte di sabbia e baracche. Qui hanno creato il Proyecto “Quijote Para la Vida” che utilizza l’educazione alla lettura e laboratori culturali per offrire un futuro ai bambini del posto e formarli come cittadini e attori del cambiamento. E proprio a Santa Rosa sta vivendo la sua esperienza come volontaria Ibo dei Corpi Civili di Pace, Valentina, una ragazza della provincia di Ferrara.
A rappresentare il Madagascar sono state Raffaella, una delle fondatrici dell’associazione Manampy Zaza Madiniky, che vive nell’isola africana per 6 mesi all’anno, e Suor Claudine, entrambe impegnate in progetti socio-educativi per i bambini e le famiglie malgasce.
Sister Luciana nello stato del Karnataka in India è impegnata in un centro che accoglie minori a rischio e con disabilità, provenienti dai villaggi rurali, offrendo loro percorsi di educazione e formazione.
Larisa è un’operatrice dell’associazione Lumea lui Pinocchio che collabora da anni con Ibo Italia nel portare avanti le attività del centro educativo “Pinocchio” di Panciu in Romania. Qui grazie ad attività di supporto scolastico, alfabetizzazione, educazione all’igiene e momenti di gioco i bambini hanno un luogo sicuro dove crescere.
I partecipanti sono stati ricevuti in Comune dal vicesindaco Maisto e, come parte della loro formazione, hanno visitato anche alcune realtà socio-culturali di Ferrara: dal centro “Isola del Tesoro” alla biblioteca “G. Bassani”, passando per diverse scuole primarie del territorio.
Dopo questa settimana di formazione a Ferrara, il progetto EVAC prevede delle esperienze di Servizio Volontario Europeo che vedranno impegnati giovani dei 5 paesi coinvolti e che ribalteranno lo stereotipo del volontariato che si muove solo dall’Europa a fuori Europa. Non solo quindi volontari italiani e rumeni in Madagascar, India e Perù, ma anche volontari dal Perù e dal Madagascar che saranno coinvolti in esperienze in Italia e in Romania.