
23 Dic Dio è negli uomini per i quali non c’è posto
Carissime amiche e carissimi amici di IBO Italia,
nell’imminenza del Natale, vengo a voi con il desiderio di farvi un augurio e nel contempo di sollecitare uno sguardo.
Già! Ma ci serve un obiettivo a grandangolo per contemplare questo mistero nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, per avere lo sguardo fisso sul Bambino di Betlemme posto nella mangiatoia, sulla vita che ci circonda e su di noi. Tutto va insieme.
Tutto è abbracciato al contempo da questo Mistero.
E lo strumento giusto per farlo ce lo offrono queste parole di Padre Ernesto Balducci, che desidero donare anche a voi. Se è tempo di doni il Natale, che lo sia di doni che fanno bene!
“Ecco! il primo messaggio è questo: Dio nasce emarginato: Ecco un primo messaggio; son messaggi difficili perché, appunto, sono scomodi, mentre per lo più il Natale viene inteso come una festa della facile fraternità, dei facili sentimenti, però se si va al di sotto delle abitudini e ci si riferisce alla Parola di Dio si scopre che il messaggio é duro. Dio è entrato tra gli uomini in forma umana per cui ora noi sappiamo che per cercare Dio, basta guardare in faccia un uomo perché è nell’uomo che Dio vive.
Però quest’uomo nella cui faccia risplende il mistero di Dio, non è quello che incontriamo nei luoghi che noi frequentiamo: in una scuola, in una biblioteca, in un convento di lusso come questo; Dio è fuori, è emarginato. La sua presenza, ora e sempre, si realizza là dove Dio è stato scartato, l’uomo è stato scartato perché non c’era posto per lui.
Quindi ecco una verità da evitare. Noi non siamo qui soltanto a ricordare il mistero di duemila anni fa, noi siamo qui a cogliere la perennità di quello che avvenne allora, che è sempre valido. Quindi vorrei dirvi, ragazzi, vorrei dire a tutti voi cari amici: dobbiamo vivere con quest’occhio attento a coloro per i quali non c’è posto (…)
Ricordatevi, Dio è negli uomini per i quali non c’è posto. Prima verità.
La seconda verità è che con il Natale, con questa misteriosa presenza di Dio nella carne umana, ha avuto inizio un regno nuovo che non è mai costruito del tutto ma è sempre da costruire, è un regno di cui è principe Gesù Cristo, Principe della Pace, é il regno della pace e della giustizia perché questo regno Dio lo consolida e lo rafforza con il diritto e la giustizia ora e sempre. Questo è il regno nato, diremo nato visibilmente, quando Maria depose il suo bambino sulla mangiatoia. Quindi fuori degli ambiti del potere nasce un regno nuovo che non si costruisce con la forza, con la coazione, la punizione, ma con l’amore. Voi sapete, anche se siete piccoli, che ci sono rapporti tra di noi in famiglia che non sono rapporti regolati dalla forza, dalla minaccia, dalla paura ma dall’amore. Purtroppo sono esperienze labili, sopraffatte dalle altre esperienze in cui dobbiamo vivere facendoci largo con i gomiti, facendo i furbi con i furbi, i forti con i forti, sennò si è sopraffatti. Questo, purtroppo, anche voi ragazzi l’imparate presto ma in quel modo non si fa il Regno di Dio; si farà una bella Repubblica Italiana, se si farà, ma non il Regno di Dio.
Il Regno di Dio si fa con l’amore e la pace e la nonviolenza. E si deve fare fin d’ora. Quindi l’annuncio del Natale è un annuncio che è possibile ed è doveroso costruire un regno in cui le leggi sono leggi di amore e di pace.
E questo dovremmo fare tutti noi, naturalmente, e anche quando ci raccogliamo come questa notte qui per meditare queste cose, noi vorremmo esprimere, almeno per un momento, che è possibile vivere in questa terra non seguendo le leggi della competizione, della sopraffazione, del premio ai forti e del castigo ai deboli, ma invece seguendo la regola dell’amore per i più deboli. Questa é la regola del Regno di Dio e voi, cari ragazzi, crescerete e lo vedrete sempre questo Regno di Dio perché c’é: non è un sogno dell’immaginazione, non é un’illusione ingenua; è reale e io quando ci penso sono sopraffatto dalla memoria, dal ricordo di tante creature che son vissute così e vivono così. Questo è il Regno di Dio che si costruisce lungo i secoli e che si manifesterà alla fine dei tempi.
Ecco: il principio di questo Regno, il segno perfetto di questo Regno è Gesù il quale, come sapete, è vissuto poi rifiutando la violenza, ponendo al primo posto gli umili, i poveri, i miti, i perseguitati, cioè quelli per i quali non c’è posto e per i quali non ci fu posto. Nemmeno quando fu ucciso ci fu posto in città perché essendo un delinquente fu ucciso fuori della città.
Quindi questo è il mistero di Gesù; è un mistero che continua e al quale dovete abituarvi. Dobbiamo abituarci, a giudicare i fatti, le vicende della società, oltre che con i giusti criteri economici, politici, che sono sempre importanti, con questo criterio di sapienza che è quello evangelico perché senza questo giudizio, gli altri principi che costruiscono la società, diventano immediatamente violenti, presuntuosi, discriminatori e cosi via. (…)
Per questo abbiamo tutti bisogno di fare di questo incontro del Natale, oltre che una soddisfazione per i bisogni del cuore, certo (non bisogna essere cosi schifiltosi per le abitudini, gli auguri, queste cose che sono sempre quanto meno una liturgia piacevole, festiva, innocente), ma dobbiamo noi fare di questo incontro del Natale una occasione per ricordarci questo fondamentale messaggio che si fa sempre più indispensabile. Se guardiamo con i nostri occhi il futuro ci accorgiamo che la nostra ferocia, i nostri sperperi, la nostra insipienza sta creando disastri spaventosi e dovremo ritornare, anche per la forza delle cose, a questa luminosa verità natalizia che comporta una pace tra gli uomini e una pace tra l’uomo e la natura, una sobrietà, una conformità ai bisogni più elementari, una misura diversa di felicità che non é quella che ci viene propinata, inculcata dai mezzi di comunicazione che sono strumenti del mercato e non strumenti della saggezza.
Anche per questo é bello ritornare a questo semplice messaggio del Natale, lasciarcene illuminare e proporre insieme di riprendere il nostro cammino con maggiore saggezza, con maggiore conformità alla volontà di Dio, con maggiore capacità di penetrare nella grande gioia che é apparsa sugli uomini il giorno in cui Gesù fu deposto nella mangiatoia.”
(Omelia pronunciata nella Messa della Notte di Natale 1988 nella Badia Fiesolana)
Se hai avuto la pazienza d’arrivare fino in fondo alla lettura, nonostante la lunghezza, ti sarai reso conto che n’è valsa la pena.
Natale è anche questo, la pazienza d’arrivare fino in fondo, non lasciando indietro nessuno.
«Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere» (Lc 2,15).
Auguri di buon Natale a tutti! Con un augurio speciale a chi lo sta vivendo “con le mani in pasta”, perchè nessuno si trovi fuori dai circuiti della vita.
Vi benedico e vi abbraccio.
Don Emanuele Zappaterra