
18 Lug Giovani uniti nei “Gemellaggi internazionali”
Un progetto che ha messo in contatto giovani di varie parti del mondo per uno sviluppo sostenibile del pianeta
Ciascuno di noi è chiamato a risvegliare una coscienza missionaria che per l’alta vocazione umana prenda a cuore e condivida responsabilmente un’attenzione per il bene di tutti e per la salvaguardia del creato.
È così che, ancora una volta, per sollecitare un cambiamento, risulta fondamentale il ruolo dei giovani. Di cosa c’è bisogno oggi per riconnettersi con il mondo che ci circonda, per riguadagnare visione e fiducia nel futuro?
Tra le iniziative in preparazione al Festival della Missione, i “Gemellaggi internazionali” hanno messo al centro i giovani, le loro idee e proposte per uno sviluppo sostenibile del pianeta, riflettendo e approfondendo le tematiche d’attualità, permettendo loro il confronto fra giovani di varie parti del mondo, con background, culture e approcci alla vita diversi, per far sì che dall’incontro e dallo scambio di storie si generino sensibilità, azioni e consapevolezze nuove.
Il progetto ha previsto il coinvolgimento di 15 gruppi di giovani provenienti da Italia, Thailandia, Guatemala, Marocco, Benin, Burundi, Camerun, Uganda e Kenya, per un totale di circa 400 giovani tra i 14 e i 30 anni (per un totale di 38 incontri online, da dicembre 2021 a giugno 2022, con 15 gruppi, di cui 7 italiani e 8 internazionali). Ogni gruppo ha partecipato a 3 incontri online gestiti dalla noi sulle tematiche dell’Agenda 2030 e degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. Durante e dopo gli incontri sono state raccolte le idee, le proposte e le possibili soluzioni dei partecipanti in risposta alle sfide globali della nostra attualità, che sono state poi condivise su una pagina Instagram appositamente creata, @missioagenda2030. Oltre agli incontri online con IBO Italia, ogni gruppo è stato invitato a continuare la riflessione sulle tematiche affrontate, condividendo anche in seguito brevi testi, foto e video da pubblicare sul profilo Instagram. In questo modo, la pagina è diventata uno spazio di dialogo e di scambio, punto di raccolta di spunti di riflessione sugli SDGs, di video di presentazione dei gruppi partecipanti e di buone pratiche per la cura del pianeta.
Dar vita a questo progetto, strutturarlo e organizzarne gli incontri è stata una nuova sfida per la nostra associazione: ogni gruppo ha la sua storia, sono ragazzi e ragazze con vite, culture e percorsi diversi, che necessitano di spazi, tempi e modalità di ascolto adeguati.
La distanza ha reso necessario l’uso di strumenti digitali che non sono sempre andati d’accordo con le disponibilità tecnologiche locali: in alcuni casi si è potuto utilizzare metodologie più interattive e dare la possibilità a tutti i giovani di intervenire, mentre la riuscita di altri incontri è stata possibile solo grazie al grosso impegno dei missionari locali e dei loro collaboratori nello sfruttare sia la scarsa connessione che i pochi dispositivi disponibili (a volte anche usando solo un computer per gruppi numerosi!).
Per ogni gruppo il lavoro è stato personalizzato, le tematiche sono state approfondite partendo dal contesto di vita dei ragazzi, per poi arrivare a delineare le azioni possibili da compiere nel quotidiano, e confrontarsi con chi vive in altre parti del mondo. Sono stati trattati diversi temi, tra cui povertà, disuguaglianza, migrazioni, parità di genere, cambiamento climatico, salute mentale, accesso all’acqua pulita, diritto all’istruzione, città sostenibili.
Riflessioni che si concretizzano in un impegno quotidiano per fare ognuno la propria parte per promuovere il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo dell’Agenda 2030.
Così Silvia, volontaria di IBO Italia, impegnata nel coordinamento del progetto: «Nonostante il nostro impegno nell’evitare pregiudizi e stereotipi, nel metterci in ascolto dell’altro, nel provare ad immergerci nei contesti e nelle nuove conoscenze, abbiamo fatto esperienza di come sia difficile abbandonare preconcetti e abitudini propri delle nostre culture. Per noi non si è trattato solo di un approfondimento dell’Agenda 2030 e dei contesti di provenienza dei gruppi incontrati, ma anche di un’occasione per migliorare e sviluppare alcune competenze personali, quali l’ascolto attivo, l’empatia e l’accoglienza di nuovi punti di vista in maniera non giudicante».
Per Elena, collaboratrice di IBO Italia impegnata nel coordinamento del progetto: «È stato emozionante vedere la partecipazione dei ragazzi, il loro coinvolgimento, la voglia di raccontare, condividere, impegnarsi a trovare soluzioni, e soprattutto la consapevolezza che c’è bisogno del contributo di ognuno per poter raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Incontro dopo incontro, con i gruppi si è creata una conoscenza reciproca che ha permesso una maggiore apertura all’ascolto e al dialogo».
Per molti giovani, il progetto dei Gemellaggi Internazionali è stata una delle poche opportunità di dialogo e di scambio con altri pari; Nalaw, dalla Thailandia, è felice di aver avuto questa possibilità: «Grazie ai partecipanti al progetto per aver condiviso le loro storie ed esperienze: è stato bello confrontarsi con altri giovani che mi ascoltano e mi capiscono!». Anche Sasinan, thailandese, ha voluto condividere con noi il segno che questo progetto ha lasciato nella sua vita: «Come dice Papa Francesco, l’ambiente è responsabilità di tutti, e grazie a questi incontri mi sono chiesta che cosa sto facendo io per prendermi cura del mondo, e ho avuto la spinta per iniziare con piccole azioni».
Interrogarsi sul futuro per progettare e realizzare un mondo sostenibile… Se, consapevoli del valore di ognuno in relazione a una dimensione globale, diventiamo parte attiva di questo cambiamento, ne trarremo tutti benefici.
A fine settembre, a Milano, al Festival della Missione, l’occasione per incontrare direttamente i giovani impegnati nel progetto e raccontarlo a tanti altri giovani che parteciperanno agli eventi e ai laboratori in programma!