
05 Mag Il mio anno da volontaria a Panciu, che mi ha fatto capire ciò che non vedevo
Riguardo le foto di questo anno, la mia mente viaggia tra i ricordi. Ricordi a volte tristi, molte altre felici, ricordi forti, impressi come un tatuaggio sulla pelle. Vedo le foto e non realizzo ancora di essere tornata a casa, di aver passato un anno in un altro paese. Guardo le mie polaroid e penso che questa esperienza mi abbia dato davvero tanto.
Mi ha dato la possibilità di crescere, di riuscire a superarele mie paure. Mi ha dato la possibilità di conoscere persone che amano il loro lavoro e ci mettono una passione incredibile, ed ho potuto imparare da loro. Mi ha dato la possibilità di essere un piccola goccia in un oceano di piccole gocce che insieme faranno la differenza sentendomi parte di qualcosa di grande, di bello e di concreto.
Mi ha dato gioia, quella gioia che ti esplode dentro il petto.
Mi ha dato ricordi che porterò sempre con me.
Questa esperienza mi ha permesso di imparare molto e la prima di tutte le lezioni l’ho avuta da piccoli esseri umani. I bambini, con i quali ho condiviso ogni giorno della mia esperienza, sono stati dei maestri favolosi. Non solo mi hanno insegnato a parlare una lingua da zero, ma ciò che sono mi ha permesso di capire ciò che non vedevo. Non hanno niente, niente che si possa definire materiale, ma hanno la vita dentro.
Quegli occhi, gli stessi occhi che rivedo nelle foto, sono pieni di vitalità. Sono svegli, sono dovuti crescere prima del tempo, ma quegli occhi, signori, quegli occhi ti insegnano che puoi sempre sognare e che lo puoi fare in grande.
Mi hanno insegnato che saltando perdi l’equilibrio, che potresti pure cadere, ma è così che ti dai lo slancio per raggiungere i tuoi sogni.
Mi hanno permesso di entrare nel loro mondo, di essere una parte del loro quotidiano, di vederli crescere tra una tabellina e un gioco all’aperto con -4°C. Mi hanno insegnato che dietro ogni corazza, dietro ogni “vai via!”, c’è un cuore caldo che batte e che per quanto facciano i duri per dimostrare che sono forti e imbattibili, loro sentono quando sono amati.
E grazie a loro ho imparato che certi sorrisi, certi abbracci, certi gestiti entrano dentro, si attaccano ai tessuti e non ti lasciano.
Mi hanno insegnato che posso sentirmi a casa anche in un posto completamente diverso da quello in cui sono cresciuta e che non servono tutte le comodità per essere felice. Mi hanno insegnato che per essere felici e sentire la gioia è importante stare in ascolto, è importante guardare gli occhi, è importante metterci il cuore dando senza aspettarsiniente in cambio.
Le loro lezioni silenziose sono state le più assordanti, credetemi.
Sono grata per la possibilità che ho avuto, per aver avuto l’onore di essere stata circondata da persone meravigliose, brillanti, piene di energie che sono diventate la mia nuova piccola famiglia, aiutandomi quando non riuscivo da sola, strappandomi un sorriso quando ero triste e le mancanze si facevano sentire e che hanno reso la mia esperienza almeno cento gradini sopra le mie aspettative.
Sono grata per aver avuto anche l’occasione di conoscere un paese come la Romania, con le sue tradizioni e le sue contraddizioni. Sono grata per aver dato amore senza pretendereniente in cambio e vedere che è tornato tutto indietro investendomi con una potenza superiore. Probabilmente, non esistono parole per descrivere ciò che è avvenuto e che sta tutt’ora avvenendo dentro di me, ma non mi sono mai sentita così riconoscente ad un luogo, ad un ambiente, a dei bambini e a persone piene di passione.
Posso solo dire grazie, grazie per questa opportunità
Giulia Rizzo, volontaria IBO in Servizio Volontario Europeo a Panciu (Romania)