Io Viaggio Leggera

Ho qualche giorno libero dal servizio.
Preparo lo zaino per passare cinque giorni ad esplorare due città del Guatemala vicine a dove vivo.

Arriva Silvia, guarda il mio zaino, si mette a ridere.
Troppo grande, ti sei portata troppe cose, tocca cominciare a eliminare felpe e cose inutili, devi viaggiare leggera.

Nonostante io abbia viaggiato abbastanza e mi senta cittadina del mondo, non ho ancora imparato, a quasi 29 anni, a selezionare le cose da portarmi nello zaino. Sono migliorata un po’ nel tempo, non pensate male. Però c’è ancora del lavoro da fare per migliorare. Mentre togliamo dallo zaino cose di cui posso fare a meno, mi viene in mente un libro di Gabriele Romagnoli che ho letto qualche anno fa. “Solo bagaglio a mano”, si chiamava. Accostava ciò che mettiamo in valigia con ciò che ci portiamo dietro nella vita.

E lì si è fatto tutto più chiaro, tutto si è magicamente connesso. Se sono finita in Guatemala è anche per questo, per (imparare a) fare il cuore più leggero, che come diceva Calvino “leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore”.

Non pianificare troppo, che tanto la vita fluisce e ti porta dove devi andare. Non ti preoccupare esageratamente, quando è il momento di affrontare i problemi li saprai affrontare come hai sempre fatto. Non cercare un progetto per ogni bambino che incontri, abbraccialo e sii presente. A questo servi, ad accompagnare. Non ostinarti a voler cambiare situazioni sociali e culturali di un altro paese, solo accettale e renditi utile come puoi. L’importante è esserci. Non prefissarti obiettivi giganti affannandoti a raggiungerli, ma lavora sodo e procedi un passo alla volta. Goditi le cose come vengono, lasciati andare, sciogliti, sii come sei.

Il Guatemala non era nella mia lista di paesi in cui sognavo di vivere, ma è capitato, mi è piombato addosso quasi in maniera imprevista, come a suo tempo fu per il Perù con i Corpi Civili di Pace. E nei quasi tre mesi che ho trascorso qui ho amato il Guatemala costantemente, sono senza dubbio innamorata. Qui tutto è intenso, tutto trascina, tutto sorprende. Il Guatemala è arrivato nella mia vita per scuotermi.

Questo è l’effetto del servizio civile, ti sconvolge, ti mette in discussione, ti sbatte in faccia dettagli di te che vanno aggiustati, ti chiede costantemente se sei pronto al confronto con il diverso, con il mondo lontano da casa tua.

La risposta è nello sguardo timido di Alejandro che ti chiede di leggergli un libro in biblioteca, è nella gentilezza delle donne strette nel loro huipil tradizionale, è nelle tortillas condivise con Lencho e gli amici che passano per casa nostra, è nella lava dei vulcani che sbucano all’orizzonte, è nell’abbraccio di Corinna, è nella musica per strada. La risposta è nel cammino.

Valentina Chendi, volontaria IBO in Servizio Civile in Guatemala