
20 Mar La distanza non esiste
L’India è il paese dei sorrisi, degli dei, delle acque.
Io l’ho amata da prima di conoscerla e la amo così tanto di più ora.
Per i regali che mi ha fatto.
L’India mi ha donato me stessa, un posto dove tirare fuori ciò che sono, al di là di ciò che sono.
È buffo come un luogo dove potevo così poco esprimermi come farei di solito abbia tirato fuori una parte più vera e più profonda di me. Qualcuno che assomiglia di più a me stessa. Che mi sta più simpatica. Che riconosco.
Mi manca da morire quella terra così calda e incasinata, di autobus notturni con i letti e occhi densi, di vita di amore di fede. Fede come Fiducia. Fiducia come Fede.
Mi mancano le urla, gli schiamazzi, il caos, la bellezza, la vita semplice nelle sue difficoltà. Il non attaccamento, perché a poco ci si può attaccare. La speranza, sempre. Perché senza la speranza non si va da nessuna parte.
Mi mancano i mille sorrisi dei bambini che vivevano tutto intorno a me. Il loro modo sfacciato di amare, semplice, volatile, leggero e più reale di ogni altra cosa io abbia conosciuto. Di carne. Di cuore.
Chi sa amare fa la magia. La magia di rendere la parola ‘disabilità’ insignificante.
Di mostrare che la vera disabilità è l’essere soli.
Cinquanta bambini, sono un’unica famiglia. E questa famiglia è la più forte che abbia visto.
Cinquanta bambini che diventano magici insieme, che si aiutano a vicenda, giocano, vivono, condividono. Che cantano, mangiano, camminano, fanno il bagno, cadono, si sporcano e poi si puliscono di nuovo, si addormentano.
Mi manca andare a dormire sapendo che sognano tutto intorno a me. E che ogni mattina si svegliano da quei sogni. In un corpo in cui non tutti i muscoli funzionano come i miei, ma il cuore lavora per tutti e da loro forza per correre, arrampicarsi, sorridere.
Nava Jeevana vuol dire Nuova Vita, e lo è davvero. Lo è anche per me.
In India ho scoperto tante cose.
Forse quella che amo di più è che la distanza non esiste.
Ho i ricordi stampati negli occhi e nel corpo e non importa che io sono qui e loro li. L’India è nel mio cuore. E io sento la stessa gioia se penso che ci sono Rahul, Kaushalia, Kaveri, Ambika, Akash, Shek, tutti … che da qualche parte sorridono e fanno le loro facce buffe e parlano Kannadà, e vanno a dormire, e sognano i loro mondi interiori meravigliosi.
E cresceranno per diventare adulti come un miracolo.
L’india è comunione, è spirito, è terra. È niente spazio. È tutto lo spazio che ti serve per togliere di mezzo ciò che pensi di essere, per poter toccare gli altri, farti toccare.
Iris Michelle Bucci, volontaria IBO in Servizio Civile in India (Baellary | Karnataka) 2019/2020