
13 Giu Servizio Civile, io che ho interrotto vi dico: partite!
Un Servizio Civile Nazionale breve ma intenso
Nonostante tutto, vale sempre la pena partire.
Buongiorno a tutti, mi chiamo Claudia Franchini, ho 27 anni e ho deciso di scrivervi per dirvi… partite!
Eccomi qui, seduta nel salotto della mia casetta in Turchia, con una vista mozzafiato e un the turco sul tavolino di fianco a me. Dopo esattamente 8 mesi dal primo giorno del mio Servizio Civile, ho finalmente avuto il coraggio di mettere giù queste due parole riguardo la mia esperienza; non è stato facile e mi dispiace averci messo così tanto.
Cominciamo dall’inizio.
Luglio 2016, il colloquio con IBO Italia.
In quel periodo mi trovavo in Turchia, nel bel mezzo degli 8 mesi del mio Servizio di Volontariato Europeo. Ero tornata in Italia per 2 giorni, giusto il tempo per fare il colloquio per il Servizio Civile e poi rientrare. Non ero spaventata, avevo affrontato lo stesso colloquio l’anno precedente, questa volta sapevo bene o male cosa aspettarmi, ero pronta a dare il meglio di me.
Qualche settimana dopo, la telefonata che mi comunicava di essere stata selezionata: sei sempre disponibile e convinta di voler partire per l’India?
Quindi ce l’avevo fatta! Non me lo aspettavo, eppure era vero.
Un anno in India? Sono pronta? Accetto?
Ho detto si. Quando mi sarebbe ricapitata un’opportunità del genere?
Si, mi avevano appena proposto di prolungare il mio SVE, avrei avuto altre possibilità davanti a me, ma no, non me la sentivo di dire no a questa esperienza.
Ottobre 2016, l’entrata in servizio e la formazione pre-partenza.
Il 10 ottobre ha avuto inizio la formazione pre-partenza. Una settimana incredibile che mi ha dato la possibilità di conoscere le ragazze che sarebbero partite con me per l’India, e gli altri ragazzi che avrebbero cominciato la loro esperienza, chi in altri paesi in giro per il mondo e chi in Italia. Giorni che mi hanno davvero aiutata, grazie ai quali ho trovato persone che condividevano i miei stessi sentimenti, paure e dubbi; giorni che mi hanno convinta ancora di più a partire.
Novembre 2016, la partenza.
Il 15, dopo un’ulteriore formazione specifica per il nostro progetto e una lunga attesa per il visto, io e Elisabetta, la mia fantastica compagna d’avventura, ci siamo imbarcate sul nostro volo, destinazione Mumbai.
Dopo un estenuante viaggio, ecco che il 17 ottobre siamo arrivate a Mundgod, dove avremmo svolto il nostro anno di Servizio Civile.
L’impatto iniziale, diciamolo, non è stato dei migliori, ma la cosa non mi ha sorpresa troppo; ero arrivata in una realtà completamente al di fuori di quello a cui ero sempre stata abituata, addirittura al di fuori di ogni mia immaginazione, di sicuro non sarebbe stato facile.
Febbraio 2017, il rientro.
Il 14, dopo 3 mesi in India, ho rimesso piede in Italia e qualche giorno dopo ho deciso di interrompere il mio Servizio Civile. Cosa è successo nel frattempo, direte voi?
Sono successe tante cose belle e qualcuna un po’ meno. È successo che ho conosciuto un mondo, un universo, che mi ha affascinata e a volte spaventata. Ho visto posti magnifici, altri molto poveri, altri ancora surreali. Ho conosciuto persone umili, belle, curiose, bellissime. Ho avuto a che fare con altre persone meno accoglienti e più burbere, ho discusso con alcune di loro, con altre ho condiviso pensieri e preoccupazioni. Ho amato ogni bambino che ho incontrato, ho pianto e riflettuto dopo aver ascoltato le storie di alcuni di loro, delle loro famiglie.
Ho conosciuto parte di una cultura che mi ha lasciata a bocca aperta, nel bene e nel male.
E ho deciso, dopo tre mesi, che volevo tornare in Italia.
Non starò a raccontarvi nel dettaglio i vari motivi che mi hanno spinta a prendere questa decisione, sono cose personali e non molto interessanti. Inizialmente è stato per via del progetto in sé, ma successivamente tanti altri fattori sono entrati in gioco; io non me la sentivo più, non stavo più bene, non ero più capace di dare il meglio di me stessa e di prendere quello che questa esperienza aveva da offrirmi. A volte ero spaventata e altre diventavo intollerante all’ambiente attorno a me.
Non è stata una decisione facile da prendere; ero indecisa, mi sentivo in colpa, debole ad abbandonare, ma allo stesso tempo sapevo che io lì non stavo più bene, che ci avrebbe rimesso anche la mia salute.
E così, dopo averne parlato tanto con la famiglia, gli amici, i responsabili di IBO, Elisabetta e le suore del convento che ci ospitava, sono rientrata.
Il Servizio Civile, e l’India in particolare, è stata un’esperienza che mi ha scombussolata, ha messo a soqquadro alcune certezze della mia vita, mi ha aperto la mente e fatto vedere il mondo con occhi nuovi, mi ha dato la consapevolezza che tante volte, siamo capaci di lamentarci per nulla, quando c’è gente che di lamentarsi ne avrebbe molto più diritto e invece sorride sempre alla vita. Partire, questa volta come tutte le altre, mi ha fatto capire quanto bello e vario è il mondo, quanto sia semplice e gratificante aiutare il prossimo, quanto un semplice sorriso donato o ricevuto possa cambiarti la giornata.
Sono riuscita a stare poco tempo a casa, dopo due mesi dal rientro ero già su un altro aereo, pronta a iniziare una nuova esperienza che non so dove mi porterà ma che so che mi arricchirà e mi riempirà gli occhi e il cuore.
Ed è per questo che, proprio in questi giorni in cui magari tanti di voi staranno pensando, che faccio?
Mi candido? Parto?
Io vorrei dirvi, si! Partite!
Non sarà sempre facile, dovrete mettere in conto tanti fattori e comunque non vi sentirete mai completamente pronti, passerete momenti magici e altri che vorrete dimenticare, ci sarà chi arriverà alla fine del progetto e vorrà restare per sempre nel posto che gli ha rubato il cuore e chi deciderà di venir via prima, ma ne varrà sempre la pena.. sempre!
Claudia Franchini, volontaria IBO in Servizio Civile in India
Ps. Lasciatemi ringraziare le persone che mi sono state accanto in questo periodo. Elisabetta in primis, dolce compagna di viaggio che ha saputo sempre sostenermi. Elisa e tutta la famiglia di IBO, sempre pronti ad aiutarmi e accettare le mie scelte. Ovviamente, un grazie immenso a chi per me c’è sempre stato, la mia famiglia e i miei amici che non mi abbandonano mai. E grazie a voi, che magari dopo aver letto queste parole, manderete quella candidatura sulla quale eravate ancora indecisi.