La fine è il mio inizio

“Una vita, per quanto terribile sia, è pur sempre una vita. Non lasciarti distrarre da vite così terribili”.

L’esperienza di servizio civile si è rivelata una crescita straordinaria dal punto di vista umano e personale. Le difficoltà sono la prima cosa che si incontra e il loro graduale superamento un’occasione di crescita. Ho imparato a mettermi in gioco, a esorcizzare la paura, a fare due passi indietro quando necessario, a misurare la mia personalità cercando di capire prima i bisogni di chi mi era affianco, uno sforzo costante che richiede attenzione, pazienza e dedizione.

L’esercizio costante della pazienza e della  perseveranza, l’imparare a guardare oltre, porsi obiettivi, per quanto piccoli siano, ma realizzabili a fine giornata, distaccarsi senza disperazione per riuscire ad analizzare la realtà nella sua imbarazzante nudità, interrogarsi sul proprio posto nel mondo, reinventarsi, riconoscersi, ascoltare, osservare, domandare, non capire, domandarsi ancora, cercare e non trovare, scoprire bellezza.

Tanta bellezza e pazienza, soprattutto con i bambini, che sono la forza di questo posto da preservare e tutelare dalla contaminazione di una violenza dilagante nei pensieri, nelle parole e nelle azioni. Travolti dalla violenza della povertà e da situazioni familiari non proprio “idilliache”, queste giovani risorse che rappresentano il futuro, sono troppo spesso spaesate e abbandonate a se’ stesse se non gli si offrono punti di riferimento tramite l’insegnamento e la pratica di valori fondamentali.

Per arrivare ai bambini bisogna riconoscere che la seconda forza maggiore su cui investire sono le donne e la loro innata capacità di tutelare e prendersi cura della famiglia. Sono il motore necessario per avviare un rinnovamento sociale con l’obiettivo di benessere a lungo termine. Troppo spesso oppresse, costrette a nascondersi, se viene creato uno spazio di solidarietà e fiducia reciproca, diventano consapevoli e decise portavoce di ingiustizie sociali di cui sono vittime quotidiane.  La calma e la pazienza sono i primi due punti di forza che vanno sviluppati per dedicarsi anima e corpo al servizio civile, che è servizio dell’Altro per il benessere di Tutti.

Essere sempre pronti ad imparare da chiunque, esercitare la misura, fare i conti con la propria umiltà, vergognarsi, chiedere scusa, perdonarsi. Punto di forza è riconoscere la tua piccolezza e sapere che tanto resterà ancora da fare, ma che tu, piccolo cittadino del mondo, hai mosso qualche piccolo passo per avvicinarti di più a te stesso e hai teso la mano all’altro.

Sperimentare il proprio orgoglio, le proprie auto-difese e scoprirsi terribilmente piccola e indifesa davanti alla forza devastante della povertà, ma anche di fronte alla potenza dirompente dei poveri che uniscono le loro mani.  Mani che danno la vita, mani che sanguinano, mani che creano, a partire dal nulla. Ma la terra è quel nulla ed anche quel tutto, dove tutto comincia e tutto finisce e fortunato è chi lo capisce. E così, inconsapevoli nella loro beata innocenza, i bambini giocano con la terra, con l’acqua e con i fiori, e nessuno sembra capire che il futuro è già tutto lì.

L’impegno, il duro lavoro, il sacrificio, sono questi gli insegnamenti fondamentali del servizio civile. Un percorso non facile, ma che nasconde delle ricompense ben maggiori delle difficoltà incontrate: ricompense di pace, amore e sorrisi speranzosi.

Un’esperienza di cittadinanza attiva, di volontariato internazionale, che alimenta la voglia di mettersi in gioco e aumenta la consapevolezza della propria responsabilità civile ed etica. Un’opportunità unica che tutti si dovrebbero concedere per sperimentare sé stessi nel mondo e, attraverso l’esperienza del mondo, avere una maggiore consapevolezza del proprio essere.

Se si guarda da così vicino una realtà che sembra così lontana, si capisce che il tempo dell’indignazione deve essere sostituito al più presto da quello dell’azione.

Rossella Bianco, volontaria IBO in Servizio Civile a Mudgod