
03 Mar SVE | Fra musica e cavalli il mio impegno per i ragazzi con disabilità in Polonia
Simona Raimondi, classe 1990, volontaria IBO, è partita nell’autunno 2016 per un progetto di Servizio Volontario Europeo – Erasmus+ in Polonia. In questi giorni è tornata brevemente in Italia e per l’occasione ha fatto tappa nela sede nazionale di IBO Italia a Ferrara. Abbiamo avuto modo di porle alcune domande relative alla sua esperienza di volontariato in cui unisce gli studi fatti con l’impegno sociale.
Ciao Simona! Cosa ci fai qua a Ferrara nella sede di IBO?
Ciao! Sono qui in visita fino a domenica, per poi ripartire per Varsavia dove è in corso il mio anno di SVE.
In che cosa consiste il Servizio Volontario Europeo? Come ti sei avvicinata a questo tipo di progetto ?
Lo SVE è un’ esperienza di volontariato che si svolge in Europa e coinvolge i giovani dai 17 ai 30 anni. Questa occasione, finanziata interamente dall’ Unione Europera, è davvero imperdibile perchè da la possibilità di trascorre dai 2 ai 12 mesi all’estero. Le attività che si possono svolgere sono davvero moltissime a seconda del progetto e del paese scelto.
Paradossalmente ho scoperto dell’esistenza dello SVE per caso. E questo è forse il suo limite, non essere abbastanza promosso e conosciuto dai giovani fin dalle scuole superiori. Stavo partecipando ad un incontro dove venivano presentati vari progetti umanitari e fra i tanti mi rimase imperssa la possibilità che offriva lo SVE, nonostante fossi già impegnata con il Servizio Civile in Italia. In pochissimo tempo ho contattato Elisa, la responsabile di IBO Italia, e assieme abbiamo scelto i progetti più adatti a me. Ho presentato la richiesta di partecipazione a pochissimi giorni dalla scadenza e, sinceramente, ero quasi senza speranze. Poi a fine agosto mi hanno contattato per un progetto in Polonia che rispondeva esattamente ai miei studi.
Raccontaci allora in che cosa consiste il tuo progetto in Polonia?
A Varsavia presto servizio presso il Centrum Rehabilitacji, Edukacji i Opieki TPD “Helenów” dove seguo un gruppo di ragazzi affetti da vari tipi di disabilità come la sindrome di Asperger o l’autismo. La struttura è specializzata in varie attività come ippoterapia e musicoterapia che migliorano il benessere e le capacità di ognuno. Io, essendo laureata proprio in musicoterapia, privilegio ovviamente questa parte, ma non disdegno nememno le mattinate con i cavalli.
Sei soddisfatta dell’esperienza che stai vivendo?
Moltissimo! Ho avuto la fortuna di aver trovato un progetto molto specifico e che unisce le mie conosceze e la mia formazione alla voglia di impegnarmi per gli altri. Mi sveglio ogni giorno immersa nella natura; ho la possibilità di perfezionare il mio inglese e imparare piano piano un po’ di polacco. Lo SVE mi ha permesso di allargare gli orizzonti e, molto probabilmente, avrò addirittura la possibilità di trasformare questa esperienza in una collaborazione stabile nella stessa struttura che mi ospita.
Hai qualche consiglio da dare a chi fosse interessato?
Il mio consiglio, soprattutto per chi esce dalle superiori, è quella di fare più esperienze possibili, ma senza bruciare le tappe. Vivere all’estero per un periodo lungo, infatti, non è semplice, specialmente per chi è alle prime armi: la famiglia è lontana, la lingua non è la tua e la realtà potrebbe non coincidere con le tue aspettative. Consapevolezza quindi, ma anche tanto entusiasmo e voglia di cambiare. Con lo SVE hai la possibilità di conoscere un nuovo paese, le sue tradizioni e di fare nuove indimenticabili amicizie. E il bello che aiutando gli altri, cresci anche tu e puoi affrontare altre esperienze, ma anche tante scelte che la vita ti mette davanti. Non ve ne pentirete!
Intervista realizzata da Sonia Haque e Francesca Manera studentesse classe VD Istituto Tecnico Turistico “F. Algarotti” – Venezia, in Alternanza Scuola-Lavoro.