TIN BOTA! SOLIDARIETÀ, SORRISI E FANGO

TIN BOTA! CI SIAMO ANCHE NOI A DARVI UNA MANO

Sabato 27 maggio, siamo partiti in 15 da Ferrara verso Castelbolognese. Siamo andati per aiutare le monache domenicane a sistemare il loro Monastero. Là si sono aggiunti altri volontari provenienti da tutta la regione e non solo.  

Tutto il paese è stato travolto dalla piena che ha trascinato fango e liquami. Nelle case, nei giardini, nelle auto, ovunque si è depositato uno strato melmoso e nauseabondo che ha coperto ogni cosa.

 

Da giorni i volontari hanno provveduto a spalare per liberare esterno e interno delle case, ma il lavoro sembra non finire mai. In alcuni punti il fango si sta seccando diventando duro e difficile da togliere. Dopo la sua rimozione si dovrà provvedere alle pulizie e la cosa che manca di più in questo momento, paradossalmente, è l’acqua. Non potabile quella dei rubinetti e con poca pressione visto l’utilizzo massiccio da parte di tutti. Per far funzionare le idropulitrici serve infatti una buona pressione che non c’è. O almeno non sempre.

Con secchi, pale e carriole abbiamo asportato tutto il fango rimasto nel chiostro interno del monastero. Poi con idropulitrici abbiamo lavato l’esterno e l’interno, i pavimenti e i muri. Altri hanno liberato i pozzetti intasati, altri ancora hanno cominciato a pulire le stanze e i bagni delle suore. C’è poi chi ha addirittura iniziato a lavare oggetti e biancheria della casa. Infine, grazie alla presenza di un elettricista, si è provveduto a ripristinare l’impianto elettrico.

Nell’interrato del monastero è presente ancora fango e acqua, ma in questo caso c’è il divieto di operare per una questione di sicurezza. Si stanno attendendo i vigili del fuoco per questo particolare intervento.

Abbiamo pranzato insieme con la pasta portata calda dalla Protezione Civile che non ne ha voluto sentire che mangiassimo i nostri panini. Questo, bisogna riconoscerlo, è un punto di forza dei romagnoli, tenaci e accoglienti.

 

Montagne di fango e mobili accatastati lungo le strade in attesa che i mezzi del Comune o della Protezione Civile passino a prenderli. I ricordi di una vita in un cumulo di spazzatura da buttare.

Tin Bota!: ovunque cartelle e scritte che invitano a resistere, a “tenere botta”. Cosa che molto dignitosamente i romagnoli stanno facendo.

Tanti i volontari per le strade che passando con il badile in spalla chiedono se c’è bisogno. Un bell’esempio di vicinanza e solidarietà. I giorni più brutti sono passati, ma tanto lavoro c’è ancora da fare.

E’  stata una bella giornata, se così si può dire. Abbiamo potuto toccare con mano e vedere di persona questa grande tragedia che segnerà per sempre le persone incontrate.