racconto Anna - Tanzania

Una scuola per tutti: vi racconto il progetto di IBO Italia in Tanzania

Il bus ha da poco lasciato il Terminal dei bus di Iringa. La strada corre dritto davanti a noi. Due corsie, un paio di pause di 5 minuti l’una per andare al bagno tutti e 80 i passeggeri. Dieci ore abbondanti di video e musica assordante e varcherò l’entrata di Dar Es Salaam. Dopo un mese e mezzo di missione in Tanzania sto rientrando in Italia. Le distese di girasoli, le colline rese rigogliose dalle fastidiose piogge pomeridiane e le enormi rocce tipiche della zona erano paesaggi totalmente sconosciuti solo sei settimane fa, quando per la prima volta sono arrivata qui per avviare due progetti, riuniti sotto il nome “Scuola per tutti”, cofinanziati da Regione Emilia-Romagna e dai fondi dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese, volti a sostenere l’inclusione scolastica dei bambini con disabilità e di quelli che vivono in situazioni di forte povertà.

È un po’ scomodo parlare di disabilità in Africa, ma forse non solo in Africa. Vorrei poter dire che ho visto bambini amati e curati nella loro quotidianità, stimolati a potenziare le loro capacità. Vorrei poter dire di aver incontrato persone aperte verso questo tema, genitori amorevoli e apprensivi verso tutti i loro figli, insegnanti preparati e competenti nell’insegnamento ad alunni con disabilità.

In Tanzania, ad Iringa, ho incontrato però qualcosa di tutto questo e ho provato la sensazione che, poco a poco, sfida dopo sfida, ostacolo per ostacolo, ci si sta muovendo in questo verso. Con tre passi fondamentali per realizzare una “Scuola per tutti”.

Le strade ed i paesaggi che il bus percorre sono gli stessi che portano a Kipera, una delle scuole primarie coinvolte nell’intervento. In totale le scuole che prendono parte al progetto sono di quattro villaggi differenti: oltre Kipera, anche Tanangozi, Mfyome e Kidamali, tutti appartenenti al Distretto Rurale di Iringa.

Kipera è quella con il numero più elevato di studenti disabili iscritti. Quest’anno sono 96 e la particolarità di questa struttura è che prevede anche un’accoglienza residenziale di questi ragazzi. Tutti e 96, vivono quasi dodici mesi l’anno insieme. L’obiettivo del Governo è duplice. Evitare che i bambini con disabilità siano visti come un peso da famiglie con un’economia già piuttosto ridotta e con un numero di figli che le compongono davvero consistente. Ma anche e soprattutto garantire a questi minori un’adeguata assistenza giornaliera ed un’istruzione che altrimenti non riceverebbero. A dare valore a questa scelta è anche la costituzione del Department for Special Needs Education, nostro interlocutore con le Istituzioni e partner locale del progetto.

Predersi cura di chi si prende cura

In tutte e quattro le scuole, a prendersi cura dei bambini disabili, sono i caregivers, personale assistente che li segue in tutte le attività non didattiche che svolgono a scuola. A causa del salario piuttosto basso, si tratta principalmente di persone poco scolarizzate e con limitate competenze sulla disabilità.

Prima ancora che dai bambini quindi, l’impegno di IBO Italia parte da chi se ne prende cura. Attraverso un corso di formazione in “care assistance and rehabilitation”, tenuto dal personale locale del centro Nyumba Ali, uno dei nostri punti di riferimento ad Iringa. La prima fase del corso si è già tenuta a fine Aprile, e la prima settimana di Giugno avrà luogo la seconda parte.

Oltre all’aspetto di formazione, 6 nuovi assistenti, 5 per la scuola di Kipera e 1 per quella di Tanangozi, sono stati assunti a partire da Aprile.

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Formare gli insegnanti

Ma i caregivers non saranno i soli a ricevere formazione grazie a questa iniziativa.

Saranno infatti almeno 25 gli insegnanti, già specializzati in “special needs education”, che approfondiranno le loro conoscenze grazie ad un corso di formazione per insegnanti sulla didattica speciale che si terrà nei prossimi mesi nel Distretto di Iringa. Un’attività questa resa possibile grazie alla preziosa collaborazione di Didacare, azienda partner del progetto specializzata nella produzione di ausili e tecnologie che facilitano la didattica per i diversamente abili.

A questa fase di formazione degli insegnanti in aula, se ne affiancherà una a distanza grazie a 5 video-lezioni preparate da Francesco Ganzaroli, esperto di Comunicazione Alternativa Aumentativa. Il progetto si avvarrà inoltre della preziosa esperienza del Centro Servizi e Consulenze del Comune di Ferrara.

Sensibilizzare le comunità

Oltre alla componente di formazione, fondamentale è la sensibilizzazione delle comunità rurali proprio sul tema della disabilità. Ancora oggi la maggior parte della popolazione, infatti, non conosce quali possano essere le cause che stanno dietro ad una disabilità e spesso i figli disabili vengono nascosti perché rappresentano una vergogna. Per scoraggiare queste credenze e promuovere la frequenza scolastica sono già iniziate visite domiciliari a famiglie residenti nel Distretto Rurale.

L’obiettivo è quello sensibilizzare i genitori sull’importanza che anche i loro figli vadano a scuola. Ma anche di capire le motivazioni alla base della scelta di non prevedere un perscorso di istruzione per alcuni dei propri bambini.

E per affrontare uno degli ostacoli maggiori, la difficoltà di raggiungere la scuola soprattutto per più piccoli, con la collaborazione di YouAid, sarà acquistato un pulmino e attivato un servizio di scuolabus per quei minori che vivono situazioni di povertà nei villaggi più remoti nell’area di Lugemi.

“Scuola per tutti”, grazie alla collaborazione con CEFA Onlus di Bologna, si aprirà anche a nuovi linguaggi. Una compagnia teatrale tanzaniana metterà in scena nei 4 villaggi interesasti uno spettacolo da loro ideato dal titolo “Break a leg”, coinvolgendo e interagendo con il pubblico e sensibilizzando così sull’importanza dell’inclusione scolastica dei bambini disabili.

Anna Claudia Pollina, IBO Italia

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